ORIGINI E VITA MILITANTE
Nacqui a Ponti sul Mincio, in provincia di Mantova il 19 agosto 1890. Crebbi nell’osteria condotta dai miei genitori (mio padre aveva fatto il fabbro e il carabiniere) dimostrandomi più incline ai lavori manuali della cantina e della stalla, che alle esigenze dei servizi interni dell’esercizio, che contrastavano la mia sensibilità. Frequentai le scuole elementari del paese e, privatamente, la IV e V classe. Lavorai in bottega da falegname che lasciai dopo breve tempo per passare alle dipendenze di un’azienda (l’ingegnere che la gestiva e dirigeva alloggiava e consumava i pasti nella nostra osteria) che smantellava e demoliva elementi dell’ex fortezza di Peschiera, produceva calce bianca, costruiva ville sulla riviera del lago, e dove io svolgeva un’attività semplice tra il ragazzo di fiducia e l’operaio. A 22 anni ottenni, come privatista, la licenza tecnica.
Allo scoppio della “grande guerra” venticinquenne, soldato di 2° categoria, arruolato in un reggimento di fanteria, partii volontario per il fronte di guerra, ove, alcuni mesi dopo, divenni aspirante ufficiale. Finii la guerra sul Piave, Capitano comandante di Compagnia al 2° reggimento granatieri di Sardegna. Ferito e decorato al V.M. Dopo le marcie (sic!) che, con l’armistizio, ci
portarono dal Tagliamento alle pendici del Monte Nevoso, partecipai – comandante di una colonna intermedia tra i due reggimenti della Brigata, alla occupazione di Fiume: “la Santa Entrada”. Fui legionario con d’Annunzio a Fiume: Capo dell’Ufficio Stampa e Propaganda del Comando – Capo della Segreteria Speciale del Comandante – Delegato della Reggenza Italiana del Carnaro per l’Italia Settentrionale. Medaglia dei “Liberatori” – Stella d’oro al valor legionario.
Nel primo decennio del Regime fascista, rimasi in una posizione legionaria – repubblicano/sindacalista attiva ed in opposizione al fascismo. Mi iscrissi al PNF nel 1932, ebbi nel 1940 qualifica di “squadrista” data ai legionari fiumani che avevano attivamente militato nell’Impresa dal Segretariato politico di Ettore Muti succeduto allo Starace. Agli inizi dl 1940 venni nominato Capo dei Servizi della Presidenza della Confederazione Nazionale Fascista dei Lavoratori del Commercio, incarico che, gerarchicamente, corrispondeva a una funzione di Vice Presidente Confederale. In questa condizione rimasi sino all’inizio della guerra, quando, rifiutando l’incarico di Reggente Confederale assegnatomi dal Ministero delle Corporazioni, andai volontario a Bologna ad assumere il comando del Battaglione Giovani Fascisti della X Legio (il XV), che tenni durante le fasi di istruzione e la Marcia della Giovinezza sino al “parricidio” di Padova, passando dopo lo scioglimento dei battaglioni a costituire nel Novembre 1940 ad Arzignano, in provincia di Vicenza il 1° Battaglione Volontari Giovani Fascisti, dopo le ripetute metamorfosi e alternative, andava a costituire a Formia con il 2° Battaglione residente a Gaeta, il Gruppo Battaglioni Giovani Fascisti, divenuta unità regolare del R. Esercito Italiano.
Dopo l’odissea volontaristica di Formia/Gaeta, Napoli, la Tripolitania e la Cirenaica, i Volontari ebbero in Marmarica il vero “Fonte Battesimale” della battaglia dei primi giorni di dicembre 1941, a Bir el Gobi, ove io caddi gravemente ferito, venni amputato della gamba sinistra nella tenda di un Ospedaletto da Campo, già della divisione Ariete, fui quindi catturato dai britannici. Trasferimento desertico – sosta di alcuni giorni ad Eliopolia – zona del deserto arabico oltre Geneifa, ove giungo verso Natale – 19 G. H. – Campo di Concentramento n.306.
Rimpatrio per scambio di prigionieri di guerra invalidi, via Alessandra d’Egitto, Smirne – arrivo a Bari la mattina di Pasqua, il giorno 25 aprile 1943. Centro Mutilati Roma/Bologna. Nel Giugno 1943 rifiuto l’incarico di Segretario Nazionale Reduci di Prigionia, conferitomi dal Segretario del PNF.
Nel Luglio: discorsi politici presso le Acciaierie Terni, in provincia, ad Orvieto, a reparti militari, organizzazioni politiche, stabilimenti milanesi. La stessa attività prevista per Varese, Trieste e Fiume non ha luogo a seguito dell’avvenimento del 25 Luglio. Ritornai al mio paesello, dove rimasi nella condizione di un soldato che osserva una consegna in un momento grave, sino ad oltre l’otto settembre, quindi costituitasi la Repubblica Sociale Italiana, nel novembre successivo assunsi l’incarico di Ispettore del P.F.R. per la Lombardia e quello di Commissario Federale di Brescia. Nella veste di Ispettore Regionale partecipai al Congresso di Verona, ove vennero fissati i Punti fondamentali della RSI.
Nel Gennaio 1944 il duce mi designava – come “l’uomo nuovo” – alla Segreteria del P.F.R. in sostituzione di Pavolini. Queste ed altre importanti designazioni avvenute, dopo il mio allontanamento dalle cariche ricoperte (Capo dell’Ufficio Stampa e propaganda della Confederazione Unica – Capo della Organizzazione della Propaganda tra le Forze Armate della R.S.I) non ebbero seguito di vita pratica, pur movendo dalla volontà o dal consenso pieno di Mussolini, per le ragioni che diedero luogo alla motivazione di “incompatibilità” adottata da Pavolini (il giorno successivo alla tempestosa e contrastata riunione del 1° Direttorio Nazionale del P. F. R.), il quale, presi gli ordini dal duce, si vedeva costretto ad accettare le mie dimissioni dal mandato ecc… dimissioni che, naturalmente, non avevo date, limitandomi a chiedere il
provvedimento quando furono genericamente poste come interrogativo.
Tra le più interessanti alternative politiche di quel periodo vi fu la costituzione sulla sponda sinistra del Garda, di un nucleo di opposizione repubblicano/socialista, del quale io ero uno dei maggiori esponenti e fui l’estensore del manifesto. Ebbi, durante il ciclo della R.S.I., 10 riservati colloqui col Duce sui seguenti argomenti: primo incontro – ortodossia ed eresie – “Purgate adunque il vecchio lievito” – il giorno dopo la esecuzione di Verona – di questi soldati è formato il nostro esercito – La costituzione delle Brigate Nere – le armi segrete ed il nuovo patto sociale – la Confederazione Unica – La propaganda tra le forze armate della R. S. I. – le indennità di guerra agli operai. Al termine della guerra, col contributo del sangue versato, pago quello di un breve periodo
di carcere, senza seguito di vicende giudiziarie, e quello della epurazione professionale, la cui ininterrotta attività risaliva al 1 aprile 1922.